Le grotte e i loro mille misteri, antri freddi e bui in cui regnano la dimensione del silenzio e la sensazione irreale e misteriosa del tempo che sembra fermarsi. Le grotte di Giulietta, sotto il suo castello, preziosa fonte di materia prima per le splendide opere di Andrea Palladio, custodiscono ancora un inestimabile tesoro, il “tesoro di Giulietta”. Un nettare d’uva che abbiamo voluto nascondere e proteggere fino a quando non sarà pronto per raccontarsi nella sua forma migliore. Liquida suadenza profumata, donata da un riposo di impareggiabile unicità in un contesto di fascino assoluto. Da qui la personalità inimitabile dei nostri spumanti metodo classico: un tesoro tutto da scoprire in un calice.
Le grotte della cantina, dette di Giulietta, hanno origine dall'estrazione della “pietra tenera” o “pietra di Vicenza”, un materiale da costruzione assai pregiato, utilizzato per opere architettoniche e di cui Andrea Palladio ne fu il massimo esponente del 16esimo secolo.
L'origine delle grotte è da porre in relazione alla costruzione dei castelli, eretti in era Romana, modificati in varie epoche cone scopi militari e di difesa Le prime notizie documentate della loro presenza sono del 1231. Negli scritti del tempo, a proposito del Ponte Pusterla di Vicenza, si afferma che “fu fabbricato in pietra, e la comunità di Montecchio Maggiore per certo delitto fu condannata di dare, e condurre tutte le pietre necessarie per detta fabbrica”.
Recuperate dopo un lungo abbandono sono adibite a Visite didattiche e a Cantina.
Le Grotte situate, sotto i Castelli di Giulietta e Romeo possiedono naturali condizioni climatiche di: temperatura (10-12 gradi costanti), umidità, luce, ventilazione, ottimali per la maturazione dei nostri spumanti, conferendo al prodotto caratteristiche qualitative di assoluta istintività e eccellenza, nei punti più sotterranei (25 metri sotto il livello del suolo) sono conservate le nostre cuvee originali, che maturano sui lieviti per oltre vent’anni.